INBOUND 2022: novità e trend marketing & sales da Boston

Quali sono le tendenze per il mondo del marketing e delle vendite nei prossimi mesi? Qual è il sentiment generale verso l’innovazione digitale? Dove vanno i budget e i team di marketing? Queste sono alcune delle domande con cui sono partita per gli States, per la mia terza edizione di INBOUND, la conferenza annuale organizzata da Hubspot.

Ho già partecipato a INBOUND nell’edizione 2015 e nell’edizione 2018, questo per me è stato quindi un ritorno: post-pandemia e relativo boom del digitale, carico di aspettative perché è stato anche il mio ritorno agli eventi all’estero.

3 parole chiave, “alte”

Il programma di INBOUND come sempre è ricco e ho partecipato ad alcune delle tante sessioni che avevo segnato in agenda (alcune altre le riprenderò nei prossimi giorni dalle registrazioni online). Ho distillato 3 parole chiave che sono il succo di quanto mi sono portata a casa, non tanto sui contenuti più tecnici quanto su quelli di visione.

Connessione e disconnessione

Fin dall’intervento di apertura Yamini Rangan, CEO di Hubspot, uno dei temi ricorrenti è stata la necessità di connettersi maggiormente con i propri clienti, colleghi, partner.

Veniamo da mesi di uso frequente e pervasivo del digitale (webinar, videocall, corsi di formazione e didattica online, eventi online, shopping online, progetti gestiti a distanza, vendite gestite a distanza…) e i dati raccontano di una certa stanchezza verso tutta questa interazione digitale (si parla infatti di digital fagitue). Contemporaneamente la fiducia dei clienti verso le aziende è in calo. Insomma, c’è una generale disconnessione che ha naturalmente un impatto nel marketing digitale – un esempio: il numero complessivo di lead generati dalla piattaforma è notevolmente sceso – e nelle scelte di acquisto dei clienti.

La ricetta non è semplice ma passa da tante strategie e azioni. Quella che è emersa in modo più ricorrente a INBOUND – anche perché connessa a un progetto di uno dei due fondatori di Hubspot – è la necessità di fare community, stringere relazioni, rinsaldare quelle esistenti, arricchirle.

Community

Appunto. Come antidoto a clienti sempre meno fedeli e disponibili a fidarsi dei brand, per potenziare la diffusione di un prodotto/servizio, per migliorare raccogliendo i feedback delle persone per cui siamo sul mercato, per aggregare partner, clienti, team interno.

Questa parola chiave è connessa a un progetto di community by Hubspot, lanciata proprio durante INBOUND.

Mi ha fatto riflettere il fatto che parliamo di community da anni, e ancora è una parola chiave con una carica di innovazione.

Innovare, sempre

Continuare a fare ciò che si è sempre fatto difficilmente porta a un miglioramento dei risultati. Tanto meno possiamo aspettarci che funzioni nei prossimi mesi, con uno scenario macro-economico non proprio roseo.

Percorrere nuove vie, sperimentare, cambiare mix di attività di marketing, smontare e rimontare le campagne adv, rivedere processi e organizzazione del team, non fermarsi a ciò che ha funzionato lo scorso anno: questo approccio è emerso più volte e l’ho raccolto in modo trasversale.

[Vale anche per gli eventi e mi sono segnata una nota: cercare fin da ora un evento internazionale per il 2023, più o meno affermato, in cui andare a trovare innovazione nel marketing, da portare poi nelle mie consulenze e nella formazione che tengo all’Università e nelle aziende. Se hai dritte, scrivimi! :)]

Video: i contenuti delle 3 giornate

Durante ciascuno dei 3 giorni di INBOUND ho pubblicato sul mio profilo Facebook (e su LinkedIn) un breve video del best of della mia giornata. Eccoli:

Giorno 1: The age of the connected customer

Giorno 2: tra academy aziendali, sostenibilità ambientale e PR

Giorno 3: la grande chiusura con l’intervista a Barack Obama

Scritto il:
in: Eventi di marketing, Marketing digitale

Nessun commento

Contattami ora Newsletter